L’altro_nei volti nei luoghi

Giovanni Chiaramonte
L’altro_nei volti nei luoghi
Formato cm 30×22, 248 pagine in sestini, rilegato con sovraccoperta, Itaca/Ultreya, Milano

Una dimensione assolutamente nuova dell’abitare sta emergendo nelle città europee: oggi nei più importanti quartieri che hanno costruito nei secoli l’identità delle principali città abitano e vivono il loro destino numerose etnie non europee che formano ormai una parte importante della popolazione.
L’altro nasce dallo stupore di fronte ai profili architettonici costituenti l’identità delle città, animati da attori antropologicamente e culturalmente stranieri e destinati a costruire comunque la nuova identità urbana.
Le immagini de L’altro si pongono come contemplazione della dignità e della grandezza del fenomeno umano e sono in grado di prefigurare la condizione presente e futura della civiltà europea.
Il libro contiene 36 personaggi, rappresentati con una struttura primaria formata da quattro immagini: la prima, singola, dedicata alla veduta urbana esterna dove lavora o abita il personaggio, seguita da un trittico dedicato al volto e alla figura dello stesso nel suo ambiente interno. Le immagini singole delle vedute esterne si propongono di comunicare una nuova percezione della città. I trittici danno forma e figura ai personaggi della storia, secondo una rappresentazione epica, con la centralità del volto e con il drammatico contrappunto laterale tra le memorie etniche delle figure umane fotografate e le memorie architettoniche interne ed esterne della loro nuova città.
Il poeta Umberto Fiori, uno dei più rilevanti della sua generazione e di cui l’anno prossimo Mondadori curerà l’opera omnia, ha scritto per l’occasione venti poesie, che danno voce al mistero dell’altro che abita in noi e accanto a noi.
Il volume si pone a tutti gli effetti come un capolavoro della tipografia italiana per la sua unicità. A questo proposito scrive Kurt Forster, già fondatore e direttore del Getty Research Center: “Con i suoi trittici Chiaramonte … amplia il nostro sguardo sulla vita e ci obbliga a navigare nel flusso del tempo, girando vorticosamente e desiderando di raggiungere un baricentro dove una immaginaria simmetria ci fa vedere, come nei palmi delle mani, i lineamenti della sorte”.

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